V Redattore Sociale 20-22 novembre 1998

Acciaio e Cristalli

Convenzioni e "convenienze"; Cos'è oggi il telegiornale?; Cos'è oggi il giornalismo?; Ecce-bomba; Cristalli trasparenti

Intervento di Annibale Paloscia

 

Annibale Paloscia - vicedirettore di Avvenimenti*

Convenzioni e "Convenienze"

Paolo ha indicato una frontiera dell'informazione che è quella della federazione della stampa. Se fosse veramente per tutti noi motivo di mobilitazione, di alfabetizzazione al giornalismo e ai suoi problemi potrebbe rispondere alle esigenze di profondo cambiamento. Non conosco periodi migliori della storia del giornalismo, conosco periodi peggiori anche perché per carenze nostre oggi questa frontiera del sindacato è sicuramente più avanzata rispetto a tutte le altre portate avanti a partire dal '68. Ci siamo mossi sull'onda della rivoluzione e da allora il sindacato ha cominciato a dare delle frontiere. Siamo avanti, però ci sono delle novità da studiare.

Cos'è oggi il telegiornale?

È un flusso di notizie in cui le notizie non si contestualizzano. Quando i giapponesi vengono a Roma, un pullman li porta a Fontana di Trevi, al Colosseo, San Pietro, scattano fotografie poi rimontano velocissimi. Che cosa sarebbero le opere d'arte senza il loro contesto? Assolutamente nulla. La stessa cosa accade delle notizie. Quando vedete l'inondazione con 30.000 morti in America Latina tra una dichiarazione di Mastella e una di Casini proprio quel flusso toglie la notizia dell'America Latina dal suo contesto: quello che dovrebbe far capire come quei 30.000 morti sono poi il risultato dei gas prodotti per arricchire i paesi industriali e che i più poveri lo pagano in termini di vita. Occorre che i giovani colleghi approfondiscano questi problemi tenendo anche collegamenti internazionali. Ci sono altre parti del mondo dove si studiano i meccanismi con cui si creano le situazioni.

Cos'è oggi il giornalismo?

Abbiamo una grande burocrazia che funziona per un'altra grande burocrazia che è quella dell'informazione. Ne abbiamo una gigantesca composta da apparati di Stato o partiti, economia e poi tutti i settori pubblici. Pensate a che cos'è la burocrazia che ogni giorno dà notizie di nera, migliaia di carabinieri, di squadre mobili, che fanno affluire notizie. C'è la burocrazia politica, di partiti, la Fiat, il pentagono americano che ha migliaia di addetti (la sola aviazione americana ne ha 1203). I direttori di giornali sono i meccanismi, il terziario più alto, chi fa il giornalista si deve porre il problema di fino a che punto non è anche lui un terziario. Per quelli della Rai forse è ancora più accentuato.

Ecce-bomba

Ricordo una copertina criminale dell'Espresso che mi fece pensare. A quel tempo stavo all'ordine dei giornalisti; la copertina era 'Ecce-bomba'. Di fronte ai primi immigrati che arrivavano esplodeva la bomba dell'immigrazione. C'è una completa cecità della burocrazia dell'informazione nel capire che cosa è il movimento migratorio oggi e che prospettive apre. All'università di Roma, alla cattedra dei diritti umani avevamo deciso in quel periodo di fare un monitoraggio del linguaggio che i giornali usavano in alcuni campi: con l'immigrazione, i disabili, la droga. Era successo che il Ministero dell'Interno, una decina di anni fa, aveva incaricato la direzione generale degli affari civili di fare un'indagine su come i giornali trattavano il problema della droga, e da questa indagine erano venute fuori delle cose straordinarie tanto che il direttore dei servizi civili, che è un prefetto, annotava: i giornalisti privilegiano come fonti sul problema della droga, le forze dell'ordine piuttosto che le comunità, i servizi, le associazioni; in questo modo il problema droga viene sempre associato a qualcosa di criminale, di violento. Tuttora quando si parla di un drogato è perché c'è un morto, un omicidio, una rapina, le notizie date dalle comunità sui problemi della tossicodipendenza raramente appaiono mai in prima pagina. La burocrazia dell'informazione in questo caso è del tutto dipendente dalla burocrazia della nera. 
Ebbene, il gruppo di ricercatori della cattedra dei diritti umani fece questo sondaggio per due mesi. Sui disabili per esempio quello che veniva fuori era che si parlava di loro soprattutto in casi di violenza, magari violenza sessuale, mentre si dava scarsa attenzione a una questione di grande rilievo in ordine a temi come quelli legati al lavoro.
Manca in tutti i temi trattati nei giornali il linguaggio delle convenzioni sui diritti umani. Se parliamo di immigrati, i giornalisti dovrebbero sapere che ci sono convenzioni dell'ONU; se parliamo di profughi ci sono convenzioni dell'ONU sui diritti dei profughi; se parliamo dei disabili, ci sono anche lì convenzioni, ecc. Ve ne faccio un elenco: convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dichiarazioni universali dei diritti dell'uomo, convenzioni di New York sui diritti del fanciullo, di Ginevra sui rifugiati, norme standard delle Nazioni Unite sulle pari opportunità dei disabili. Tutto questo è fuori dall'informazione.

Cristalli trasparenti

Abbiamo cercato attraverso l'esperienza di Avvenimenti di far prevalere sulle prime pagine come notizie forti quelle notizie che non lo sono mai. Come le morti sul lavoro. I sindacati hanno fatto la manifestazione contro queste morti, sono andati pochissimi lavoratori... Andare alla manifestazione sindacale, protestare perché non ci sono misure di sicurezza significava essere licenziati. È una situazione fortissima, che diventa debolissima nelle pagine dei giornali. Si parla tanto del Giubileo ma il Giubileo non dovrebbe essere solo quello dei sottopassaggi, delle riverniciature dei palazzi, dovrebbe invece essere il Giubileo delle povertà. A Roma c'era la più grande baraccopoli d'Europa: 1.200 persone, tutti profughi della ex Yugoslavia che stavano lì con topi e malattie mangiando quello che capitava, vivendo proprio ai limiti estremi. Nessuno ne parlava. Abbiamo fatto una copertina, dopo la nostra copertina del primo novembre finalmente il 19 il Corriere della Sera nelle pagine locali di Roma dà la notizia e solo perché un assessore ai servizi sociali aveva detto che Casilino 700 andava chiuso. Questa è burocrazia giornalistica, burocrazia dell'informazione. Questi sono i meccanismi interni, ma l'Italia non è un fenomeno a sé, è un piccolo meccanismo di un fenomeno mondiale. Un prete viene ucciso nell'84 in Polonia, in quel caso la notizia per i giornali americani riceve un enorme spazio, provoca editoriali, addirittura titoli come: "Polonia assassina" . Se 120 preti vengono uccisi in America Latina questa notizia non comparirà mai nelle pagine principali del New York Times.
Facciamo qualcosa, la grande lotta deve essere quella per cambiare. I giornalisti e soprattutto le nuove leve, che non devono sentirsi burocrati a servizio dentro questo meccanismo infernale.

* Testo non rivisto dall'autore. Le qualifiche si riferiscono al momento del seminario.