V Redattore Sociale 20-22 novembre 1998

Acciaio e Cristalli

Notizie deboli storie forti. Il dramma della spettacolarizzazione; Un giornalismo pedagogico

Incontro con Stefano Gigotti

 

Stefano Gigotti - Rai Ordine Nazionale Giornalisti*

Il dramma è la spettacolarizzazione

La mattinata ha come tema uno degli snodi centrali dell'informazione. Anche per chi come noi lavora da diversi anni per realizzare un prodotto giornalistico sa che i dubbi man mano che va avanti nella professione aumentano. Mi chiedo cosa stiamo facendo come giornalisti quando ogni telegiornale, a più riprese, passa con ampio spazio la notizia del calendario di Monica Bellucci per Max. Dal punto di vista giornalistico è un servizio che fa ascolto ma dal punto di vista del giornalista che dovrebbe essere al servizio del cittadino che cosa porta all'opinione pubblica? Si è creato un dibattito sulle immagini dei calendari e ad esempio non si è approfondita la notizia - se non per un istante - del dramma di una povera ragazza costretta ad abbandonare il proprio bambino in una rivendita di dischi. 
Questo è solo un esempio per capire che la spettacolarizzazione è oggi il dramma dell'informazione. Ci pervade un po' dappertutto e tra l'altro drammaticamente non porta a nulla. I giornali sono sempre a questi fatidici sei milioni di copie, non si riesce a crescere come vendite. Ci dovremmo interrogare sul perché 55 milioni di cittadini, 40 milioni di adulti, non acquistano i nostri giornali. D'altro canto gli ascolti dei telegiornali aumentano proprio nel momento in cui vengono date notizie in una maniera più spettacolarizzata. Non credo al giornalismo pedagogico ma per lo meno a quello che riflette le ansie, i fermenti, le preoccupazioni della società. Oggi tutto viene risolto con un talk show, con un dibattito, non c'è più l'inchiesta. Mi ricordo che da ragazzino rimanevo soggiogato dalle inchieste di Tv7, un rotocalco fatto e curato da un maestro del giornalismo quale era Sergio Zavoli. Una specie di magazine formato da vari approfondimenti. Il giornalista partiva dalla notizia andava a vedere come si era sviluppato un fatto particolare e passava poi all'illustrazione del fenomeno in generale. Ditemi se c'è oggi un giornalismo d'inchiesta. Qualche volta la carta stampata ci prova ma certo i grandi mezzi di comunicazione come radio e televisione si fermano alla superficie.

Un giornalismo pedagogico

Qual è la notiziabilità di un fatto? Notizia di acciaio è quella di uno scontro magari fra Berlusconi e Cossiga, notizia che non richiede una particolare professionalità per essere approfondita; notizia di cristallo è invece quella di un soggetto debole: di cristallo per due motivi, perché è fragile dal punto di vista giornalistico (difficilmente viene messa in pagina) ma è fragile anche perché va maneggiata come un oggetto di cristallo, con quella cura, quell'attenzione e quello scrupolo che si hanno quando si prende un oggetto molto delicato e si sposta. Sono pieno di dubbi, non riesco a capire dove stiamo andando e cosa dobbiamo fare. Mi accingo con voi ad ascoltare gli addetti ai lavori - persone quotidianamente a contatto con il disagio - per capirne qualcosa di più. Chi di voi è stato o si accinge a frequentare dei corsi sa che da qualche tempo abbiamo aperto dei seminari specifici proprio su queste tematiche e per quanto riguarda la deontologia, rispetto allo zero assoluto di qualche anno fa, sono stati emessi diversi provvedimenti disciplinari. C'è molto da fare, bisognerebbe andare nelle redazioni e spiegare: non tutti ad esempio sanno della carta di Treviso che impone di non pubblicare i dati di identificabilità di un minore protagonista di un fatto di cronaca. Dovrebbero essere incentivate le iniziative come questa di Capodarco che ormai è una pietra miliare, un punto di riferimento preciso annuale, una sorta di check up che si fa sull'andamento della nostra professione. Bisognerebbe migliorare il tasso di professionalità ed etica che tutti dovremmo avere nel compiere il nostro lavoro.

* Testo non rivisto dall'autore. Le qualifiche si riferiscono al momento del seminario.