VI Redattore Sociale 26-28 novembre 1999

Di razza e di classe

Conclusioni

Intervento di Vinicio Albanesi

 

Vinicio Albanesi - sacerdote, presidente della Comunità di Capodarco e del C.N.C.A.*

Quale la strada da percorrere?

In queste sei edizioni di redattore sociale avevamo due strade. Delle due la prima poteva essere quella di far emergere i vissuti delle persone attraverso la vecchia storia delle "storie", partire dall'incesto, dalla madre col ragazzo handicappato grave, passare attraverso l'anoressia, il suicidio, la pazzia, fare insomma tutto il percorso possibile della sofferenza. Utilizzare questo strumento pur di portare alla luce la drammaticità delle non risposte sociali. Delle tante desertiche forme in Italia di accettazione - negazione dei diritti ed appunto delle risposte. Ho scelto la seconda; via quella cioè del rispetto alla  persona. In mezzo a noi ci sono tante storie drammatiche: la ragazzina straniera che ha fatto la prostituta a 12 anni, il tossico che si è perduto e ha commesso quello che nessun giornalista riuscirà mai a scoprire, donne che sono entrate in manicomio a 8 anni e ci sono rimaste per oltre 50.
Ritengo che non sia giusto offrirle. Ho percorso la seconda strada per far capire che questo nostro sociale è il mondo della qualità della vita. Qualità che vale non solo per quanti sperimentano drammi e disagi ma potrebbe valere per tutti noi, dalla madre che deve partorire fino all'anziano.

Non ci sono risposte sociali

Riusciremo a far emergere le tante drammaticità? Mi hanno detto: occhio perché occorre partire dalla emotività altrimenti la storia non emerge. La miscelazione tra l'emotività e l'intelligenza delle risposte è la grande sfida. Io non ho potere contrattuale e non voglio mettere nemmeno su un tavolo le emotività. Abbiamo assistito alla riforma della sanità è stato un grande beneficio per l'Italia poi alla riforma della scuola media superiore, nel '63 all'obbligatorietà dello studio, verrà il giorno in cui ci sarà una risposta globale per chiunque senza necessariamente dare un volto alla sua storia. Ricordiamolo, spesso in alcune situazioni drammatiche non si ha neanche la speranza di cambiamento!
Quando è nata la comunità siamo stati mandati via dalle spiagge . I "ragazzi" che allora erano davvero ragazzi, viaggiavano con i polli e i conigli nei treni, non potevano entrare nelle corriere perché le carrozzine rompevano le sponde e non potevano entrare nel ristorante perché gli altri invitati uscivano. Nel sociale la strada è in salita, gli strumenti a disposizione vanno usati con discrezionalità e per scopi nobili, dobbiamo avere fiducia e avere speranza siamo chiamati a un mestiere nobile. La comunicazione è un momento di equilibrio estremamente necessario.


* Testo non rivisto dall'autore. Le qualifiche si riferiscono al momento del seminario.