Giornalismo e immigrati: “I media cotribuiscono alla diffusione degli stereotipi”

22mar2011
Gli immigrati non hanno voce nei tg perché si usano solo fonti istituzionali e nelle istituzioni ci sono pochi rappresentanti stranieri. Lo dice Pina Lalli (università di Bologna) che sottolinea: “Dare voce alla Consulta provinciale degli stranieri"

BOLOGNA - Contribuire alla creazione sugli stereotipi sugli immigrati e dare poco spazio alle opinioni degli stranieri. Sono le principali mancanze dei tg locali emerse dalla ricerca del Corecom sull'immagine degli immigrati nei telegiornali dell'Emilia-Romagna (vedi lancio precedente). Secondo Pina Lalli, presidente del corso di laurea magistrale in Scienze della comunicazione pubblica e sociale e docente dell'Università di Bologna, le motivazioni della creazione di stereotipi da parte dei mass media intorno alla figura degli immigrati vanno ricondotte al modello proposto dal sociologo Alessandro Dal Lago.
 
"Si tratta di un circolo vizioso - spiega Lalli - Le fonti istituzionali commentano una notizia, che poi viene ripresa dai cittadini e di nuovo dalla politica, sempre alimentando gli stereotipi". È necessario, dunque, interrompere questo circolo vizioso. "I mass media contribuiscono ad alimentare stereotipi e pregiudizi nei confronti degli immigrati - continua - ma allo stesso tempo si rifanno all'opinione pubblica e alle idee di politici e istituzioni".
 
Dalla ricerca emerge un secondo aspetto: gli immigrati non hanno voce. "Nei telegiornali non hanno spazio le opinioni degli immigrati perché quasi sempre si usano fonti istituzionali e anche perché nelle istituzioni stesse ci sono pochi rappresentanti stranieri - sottolinea la Lalli - Inoltre, si interpellano troppo poco i rappresentanti della Consulta provinciale degli stranieri. Bisogna dare voce ai pochi rappresentati istituzionali degli immigrati e cambiare le fonti dei giornalisti, non più solo politici e persone con autorità ma anche cittadini comuni". (marika di cristina)