La "Carta di Firenze" per combattere il precariato dei giornalisti
FIRENZE - Stabilire norme ferree da rispettare per gli editori,
per arginare il dilagante precariato dell'informazione: è quanto si
prefigge la Carta di Firenze, lo strumento deontologico a cui si
lavorerà nel capoluogo toscano il 7 e l'8 ottobre in occasione
della manifestazione "Giornalismi e giornalisti per la dignità
della professione", al cinema Odeon. Lo hanno annunciato ieri sera
alla Festa Democratica Enzo Iacopino, presidente nazionale
Ordine dei Giornalisti, Fabrizio Morviducci, coordinatore
Osservatorio sul Precariato Ordine dei
Giornalisti, Stefano Fabbri, vicepresidente Associazione
Stampa Toscana, Giulio Caselli, segreteria Pd Firenze. Un
dibattito che è stato l'occasione non solo per stabilire futuri
obiettivi ma anche per analizzare la situazione attuale, mettendone
in evidenza le principali criticità.
"Esistono pochi editori puri in Italia, ormai il conflitto
d'interessi è dappertutto - precisa Iacopino - Sono desolanti i
dati emersi dalle ricerche su i compensi dei giornali italiani: gli
editori pensano solo al guadagno, perché devono pagare un pezzo 100
euro se lo possono pagare 3?". "Difficilmente gli editori parlano
di precari, preferiscono dividere i giornalisti in
contrattualizzati e lavoratori autonomi, senza così affrontare mai
il problema - aggiunge Fabbri- La parte più alta della gerarchia
giornalistica è stata ormai in un certo senso risucchiata dagli
editori: servono strumenti che consentano di rifiutarsi di fare
pagamenti ridicoli". "È necessario fare rete per farsi sentire e
lottare - è invece l'opinione di Morviducci - la
manifestazione di ottobre, serve anche a questo. Condividere
esperienze, e provare a trovare gli strumenti per risolvere una
situazione che diventa sempre più difficile di giorno in
giorno. La carta di Firenze servirà proprio a questo. Uno
strumento per tutti i colleghi; la speranza è che sappiano farlo
valere".
Al dibattito è intervenuta anche una rappresentanza del
Coordinamento giornalisti precari Firenze, sollevando alcune
questioni rilevanti. "Innanzitutto mi interessava sapere qual è la
capacità di pressione dell'Ordine dei Giornalisti per quanto
riguarda l'equo compenso, che la legge Bersani del 2006 ha
cancellato e a che punto è l'iter in corso in Parlamento per
regolamentare il tariffario - domanda Giulio Gori, collaboratore
precario - Poi, capire perché non è possibile inserire dei precari
nei comitati di redazione dei giornali, non creando mai, in questo
modo, un rapporto di solidarietà tra i giornalisti". "L'esistenza
di un tariffario è fondamentale, le regole dei cdr sono da
riformare", risponde Fabbri. "Su entrambe le questioni discuteremo
per inserirle nella Carta di Firenze", conclude Iacopino.