La "Carta di Firenze" per combattere il precariato dei giornalisti

09set2011
Si tratta di uno strumento deontologico a cui si lavorerà nel capoluogo toscano il 7 e l’8 ottobre. Iacopino (Odg): “Gli editori pensano solo al guadagno, perché devono pagare un pezzo 100 euro se lo possono pagare 3?”

FIRENZE - Stabilire norme ferree da rispettare per gli editori, per arginare il dilagante precariato dell'informazione: è quanto si prefigge la Carta di Firenze, lo strumento deontologico a cui si lavorerà nel capoluogo toscano il 7 e l'8 ottobre in occasione della manifestazione "Giornalismi e giornalisti per la dignità della professione", al cinema Odeon. Lo hanno annunciato ieri sera alla Festa Democratica Enzo Iacopino, presidente nazionale Ordine dei Giornalisti, Fabrizio Morviducci, coordinatore Osservatorio sul Precariato Ordine dei Giornalisti, Stefano Fabbri, vicepresidente Associazione Stampa Toscana, Giulio Caselli, segreteria Pd Firenze. Un dibattito che è stato l'occasione non solo per stabilire futuri obiettivi ma anche per analizzare la situazione attuale, mettendone in evidenza le principali criticità.

"Esistono pochi editori puri in Italia, ormai il conflitto d'interessi è dappertutto - precisa Iacopino - Sono desolanti i dati emersi dalle ricerche su i compensi dei giornali italiani: gli editori pensano solo al guadagno, perché devono pagare un pezzo 100 euro se lo possono pagare 3?". "Difficilmente gli editori parlano di precari, preferiscono dividere i giornalisti in contrattualizzati e lavoratori autonomi, senza così affrontare mai il problema - aggiunge Fabbri- La parte più alta della gerarchia giornalistica è stata ormai in un certo senso risucchiata dagli editori: servono strumenti che consentano di rifiutarsi di fare pagamenti ridicoli". "È necessario fare rete per farsi sentire e lottare - è invece l'opinione di Morviducci - la manifestazione di ottobre, serve anche a questo. Condividere esperienze, e provare a trovare gli strumenti per risolvere una situazione che diventa sempre più difficile di giorno in giorno. La carta di Firenze servirà proprio a questo. Uno strumento per tutti i colleghi; la speranza è che sappiano farlo valere".

Al dibattito è intervenuta anche una rappresentanza del Coordinamento giornalisti precari Firenze, sollevando alcune questioni rilevanti. "Innanzitutto mi interessava sapere qual è la capacità di pressione dell'Ordine dei Giornalisti per quanto riguarda l'equo compenso, che la legge Bersani del 2006 ha cancellato e a che punto è l'iter in corso in Parlamento per regolamentare il tariffario - domanda Giulio Gori, collaboratore precario - Poi, capire perché non è possibile inserire dei precari nei comitati di redazione dei giornali, non creando mai, in questo modo, un rapporto di solidarietà tra i giornalisti". "L'esistenza di un tariffario è fondamentale, le regole dei cdr sono da riformare", risponde Fabbri. "Su entrambe le questioni discuteremo per inserirle nella Carta di Firenze", conclude Iacopino.