Rai, giornalista denuncia: “Assunta a partita Iva e se resti incinta possono interrompere il contratto”

16feb2012
Il caso presentato a Palazzo Valentini nel corso della conferenza stampa sull’indagine sui giornalisti precari realizzata da Errori di Stampa. Una clausola nel contratto a partita Iva prevede questa possibilità

ROMA - La giornalista Paola Natalicchio la chiama 'clausola maternità'. E' una voce del contratto che ha firmato in passato con la Rai assunta come consulente a partita Iva, pur svolgendo un lavoro giornalistico a tutti gli effetti. Una clausola con cui la Rai si riservava di rescindere il contratto se la giornalista fosse rimasta incinta e in cui la gravidanza viene associata a 'problemi' quali la malattia e l'infortunio. Ecco il testo contenuto nel contratto: "Nel caso di sua malattia, infortunio, gravidanza, causa di forza maggiore od altre cause di impedimento insorte durante l'esecuzione del contratto, Ella dovrà darcene tempestiva comunicazione. Resta inteso che, qualora per tali fatti Ella non adempia alle prestazioni convenute, fermo restando il diritto della Rai di utilizzare le prestazioni già acquisite, le saranno dedotti i compensi relativi alle prestazioni non effettuate. Comunque, ove i fatti richiamati impedissero a nostro parere, il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest'ultima potrà essere da noi risoluta di diritto, senza alcun compenso o indennizzo a suo favore".

La denuncia arriva durante la presentazione a Palazzo Valentini dell'autocensimento sui giornalisti precari presentato dal coordinamento "Errori di Stampa", di cui Paola Natalicchio fa parte. "Questi contratti a partita Iva o come programmisti- registi vengono fatti ai giornalisti che lavorano nei programmi di rete e non sono registrati come testate giornalistiche" dice Natalicchio. Ex redattrice dell'Unità, la giornalista ha lavorato in Rai nel programma "Il fatto del giorno" per cinque mesi tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010, prima come consulente e poi inquadrata come "presentatore -regista", con i contributi versati all'Inps nel primo caso e all'Enpals nel secondo, ma mai all'Inpgi che è la cassa di previdenza dei giornalisti. "La Rai mi ha riservato il trattamento che spetta a tutti i colleghi impiegati nei 'programmi di rete', ovvero in tutti i servizi di informazione che non sono tg o prodotti legati ai tg - dice Paola Natalicchio - nessuna contrattualizzazione di tipo giornalistico, nessuna qualifica giornalistica, nessun pagamento di contributi previdenziali giornalistici, nessun riconoscimento dei miei mesi in Rai ai fini del praticantato giornalistico".

L'indagine realizzata da Errori di Stampa stima che siano oltre duemila i giornalisti precari che lavorano nella capitale, in tutte le testate, dalla carta stampata alla tv. (raffaella cosentino)