Rossi (Fnsi): i giornalisti hanno rimosso doveri fondamentali

30nov2014

Al via la XXI edizione del seminario per giornalisti dell'agenzia Redattore Sociale. Il presidente della Federazione nazionale della stampa: i quotidiani cartacei destinati a diventare segmento di élite culturale e con disponibilità economica

CAPODARCO – Al via “Rimozioni”, la XXI edizione del seminario per giornalisti promosso dall’agenzia Redattore Sociale. Giovanni Rossi, presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), ha tentato di interpretare questo tema attraverso il suo ruolo: “La nostra categoria di rimozioni ne ha avute tante, se abbiamo oggi un ventaglio di Carte deontologiche: evidentemente su molti temi abbiamo rimosso i doveri fondamentali che dovrebbe avere un giornalista. Con un vizio di fondo: troppe Carte, nessuna Carta”. In questa fase “di crisi culturale del Paese, della percezione di sé e del modo di essere, c’è anche quella di essere giornalista. Alcune difficoltà derivano da questo tipo di rimozioni: la prima – ha elencato Rossi, evocando la sua esperienza sindacale – è la scomparsa della figura della controparte. Tutto si risolve al nostro interno, alla dialettica tra di noi”.

Gli editori, “che sono imprenditori e industriali, stanno vincendo culturalmente”, ha aggiunto Rossi. Altra rimozione è quella della crisi economica: “In sei mesi si sono persi 650 posti di lavoro di giornalisti, solo il 15% sono i pre-pensionati, mentre i pensionati sono ormai 8 mila”, ha puntualizzato il presidente della Fnsi. E la crisi della carta stampata è nota, come pure l’analfabetismo di ritorno. “È la mia opinione che i quotidiani cartacei non siano destinati a scomparire, ma a diventare sempre più un segmento di élite per coloro che hanno un’abitudine alla lettura e una certa disponibilità economica. Oltre al web, c’è la televisione”, ha aggiunto. Ci sono alcuni esempi in controtendenza, ad esempio “Il fatto quotidiano”, “nato prima sul web e poi diventato cartaceo”. D’altra parte “alcuni quotidiani ragionano ancora con criteri dell’Ottocento, tipo lo scoop, mentre gli editori chiedono che il giornale approfondisca e vada oltre. Significa investire, avere giornalisti che sappiano approfondire, avere redattori che quel giorno probabilmente non producono niente perché stanno lavorando a un tema”.

Infine, anche “la coerenza sembra qualcosa di rimosso per alcuni giornalisti”, come pure “quella dello spirito critico, senza generalizzare troppo. Negli ultimi tempi il giornalismo italiano ha mostrato la sua propensione ad andare in soccorso del potere”, ha osservato ancora Rossi. 

Tornerà a giugno 2015 il festival di cortometraggi “L’anello debole”, ha annunciato Stefano Trasatti, direttore dell’agenzia Redattore Sociale. Visto il successo di partecipazione e di adesioni dello scorso anno, anche la prossima edizione del festival durerà una settimana. Location: sempre la terrazza panoramica vista mare della Comunità di Capodarco. (lab)