La paura del nuovo e la carica ansiogena dei media: chiuso il seminario di Capodarco

29nov2010
Circa 200 i partecipanti alla tre giorni del seminario per giornalisti per riflettere su quali "centrali formano l’opinione pubblica". Tra gli appuntamenti più attesi Diamanti, Preziosi e Altan

CAPODARCO - Si è chiuso con l'incontro con Antonio Preziosi, direttore del Giornale Radio Rai, il seminario per giornalisti di Capodarco, una tre giorni di riflessione sul tema della paura del nuovo e di come essa possa essere costruita e decostruita dai media. Circa 200 partecipanti hanno seguito, tra sessioni plenarie e  workshop, il filo rosso di questa diciassettesima edizione: la carica ansiogena dei mezzi di comunicazione italiani - "l'Italia è un Paese specializzato nella comunicazione dell'insicurezza e nella trasmissione della paura", ha sottolineato Ilvo Diamanti in apertura - sposta l'opinione pubblica e premia la politica, perché "per essere rassicurati, abbiamo bisogno di insicurezza". Secondo don Vinicio Albanesi si è spezzata la trasmissione di valori e esperienze da padre a figlio e, in assenza di una patrimonio ideologico condiviso e comune, ognuno rielabora pensieri e idee legandoli al proprio giudizio, avendo come unico riferimento se stesso. Da qui nasce un'opinione pubblica "liquida" e ondivaga, più facilmente orientabile verso contenitori via via nuovi e diversi: immigrati, rom, il povero o più in generale l'altro.

Per Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio Tre e ideatore del programma Fahrenheit, le ideologie, come lo scontro di civiltà o la lotta di classe, non sono finite ma sono finite "le grandi narrazioni delle ideologie". "Le grandi narrazioni finiscono quando le sfere che rimangono fuori sono più importanti di quelle che rimangono dentro", ha sottolineato Sinibaldi secondo cui la questione centrale è chi forma l'opinione pubblica. "Diventa difficile - ha detto - capire quali centrali formano l'opinione pubblica e fanno circolare le narrazioni. Esistono gli imprenditori della paura, ma siamo sicuri che siano in grado di affermare sentimenti e valori? In parte sì e in parte noi, perché ognuno di noi ha molte più possibilità di informazione rispetto al passato".

Molto atteso l'appuntamento con Francesco Altan, storico autore di fumetti e papà di personaggi molto amati, come Cipputi. "Le frasi fatte e i luoghi comuni - ha detto - mi servono moltissimo per avere un punto di partenza, si possono agganciare a un discorso completamente diverso. A volte le battute ti vengono in venti secondi ma a volte l'argomento è importante e devi trovare un modo per aggredirlo. Lì aiutano le frasi fatte". "Io lavoro  per accumulazione :- spiega Altan - reagisco quando la misura è colma". E sul tema della trasmissione di valori tra le generazioni ha aggiunto: "In ognuno di noi si perdono delle formule più generali, restano però dei punti di riferimenti sotterranei, sentimentali più che razionali, che servono come punto di riferimento".

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