"Giornalisti nonostante" la crisi economica e professionale

14apr2010
A Milano esperienze a confronto: dall'agenzia Mixa, cooperativa per l'informazione sulla multiculturalità attraverso un sito e un free press, alla scelta di Gabriele Barbati, free-lance da Pechino

MILANO - Fare i giornalisti nonostante  le difficoltà, la crisi economica e il blocco delle assunzioni nelle redazioni dei media tradizionali. Ma soprattutto fare un giornalismo di qualità. È possibile e ne sono convinti i giovani giornalisti che hanno parteciato alla quarta edizione del seminario di formazione di Redattore sociale che si svolge a Milano intitolato, appunto, "Giornalisti nonostante". E' il caso di Ginevra Battistini, direttore del progetto sull'immigrazione "Mixa", che assieme ad altri quattro giornalisti ha costituito una cooperativa per fare informazione attraverso un sito internet e un mensile free press che, da fine maggio, verrà distribuito in 30 mila copie a Milano. "Vogliamo andare contro la fretta e la mancanza di cura. Ma questo ha costi enormi, solo poche persone oggi possono permetterselo - dice Ginevra Battistini -. Nessuno ti paga per fare un lavoro così. Ci stiamo provando ma la fatica è tanta". Il sito (http://www.mixamag.org/) e il mensile parlano di multiculturalità, integrazione raccontando il confronto tra itlaiani e stranieri "promuovendo la conoscenza reciproca attraverso il comune denominatore della lingua italiana", spiega Ginevra Battistini, precisando che il progetto è sostenibile economicamente grazie alla raccolta pubblicitaria.

Un'iniziativa simile a quella portata avanti da Gianluca Schinaia e da altri 17 giornalisti (età media 28 anni) che hanno fondato la cooperativa giornalistica "Fps - Fuori per servizio" nata ufficialmente nel novembre 2009. "Sapevamo che difficilmente avremmo trovato un posto nele redazioni tradizionali. E così abbiamo deciso di metterci in gioco", spiega Gianluca Schinaia. La cooperativa gestisce l'ufficio stampa per alcuni enti, cura houseorgan di aziende ma produce anche contenuti giornalistici per radio nazionali e locali, periodici e siti internet.  "Ci sonsideriamo giornalisti soprattutto. Abbiamo diverse idee che vogliamo mettere in gioco, vogliamo essere un'avanguardia", aggiunge Schinaia.

"Pechino è stata una delle mie risposte a quel "nonostante" - spiega Gabriele Barbati, giornalista free-lance corrispondente dalla capitale cinese per Sky tg 24-.  Invece di restare a fare la fila davanti agli uffici delle redazioni di Roma e Milano ho deciso di partire". Arrivato in Cina nel 2006,  Gabriele Barbati sitrasforma in quello che gli americani chiamano "solo journalist". Viaggia dotato di pc, videocamera e taccuino , scrive, monta servizio radio-televisivi e aggiorna un blog. "Questa scelta mi ha permesso di avere grande libertà e l'opportunità di seguire grandi eventi come le Olimpiadi. Se si è flessibili, vale la pena di gettarsi nelle mischia e di giocarsela", conclude. "Createvi una professionalità forte, che vada al di là della luce riflessa che viene dalle testate giornalistiche", incalza Simone Fanti, caposervizio a "Il Mondo" che paragona il proprio handicap alle difficoltà che i più giovani incontrano quando tentano di accedere alle redazioni. "Non farò mai l'inviato di guerra, dal momento che mi sposto in carrozzina - dice Simone Fanti-.  E, ogni volta che inizio una nuova avventura professionale, devo dimostrare durante il colloquio che l'handicap non incide sulle mie capacità. Ma questa professionalità può tranquillamente convivere con l'handicap".