Giornalisti minacciati, Spampinato: “Lasciarli soli non è degno"

22set2010
Il responsabile dell’Osservatorio sui cronisti sotto scorta alla presentazione del Rapporto 2010: “Ci sono colleghi che vi chiedono ‘Chi ve lo fa fare?’. Ma sono gli stessi che fanno la raccolta differenziata delle notizie, antitesi del giornalismo"

NAPOLI - "Tra gli ostacoli alla libera informazione, oltre alla censura imposta dall'esterno, c'è l'autocensura". Questo il monito lanciato dal presidente della Fnsi, Roberto Natale, in occasione della presentazione del rapporto 2010 di Ossigeno, l'Osservatorio sui cronisti sotto scorta promosso da Federazione nazionale della stampa e Ordine nazionale dei giornalisti, in collaborazione con Libera informazione, Unione nazionale cronisti italiani e Articolo 21, che si è svolta oggi a Napoli, presso la sede del quotidiano Il Mattino. Per la seconda edizione del dossier è stata scelta una data simbolica: il 23 settembre, giorno in cui veniva assassinato 25 anni fa il giovane giornalista "abusivo" Giancarlo Siani. "Un ringraziamento va alla famiglia di Siani per aver legato la nostra iniziativa al suo nome" dichiarano Roberto Natale e Alberto Spampinato, responsabile dell'Osservatorio.

"I dati ci dicono - sottolinea Roberto Natale - che il numero di giornalisti minacciati dalla camorra aumenta, molto più di quanto si possa normalmente immaginare. Ma di loro non c'è traccia nell'informazione nazionale, a cominciare dalla tv. Chi sono questi cronisti che rischiano la propria vita per scavare a fondo alla ricerca della verità? Nella maggior parte dei casi si tratta di cronisti precari, che non possono neanche contare su uno stipendio fisso a fine mese, il che è ancora più devastante". "Occorre aumentare la 'scorta mediatica' - sottolinea il presidente nazionale della Fnsi - e noi ci impegneremo in questa direzione affinché l'Osservatorio, accanto agli interventi legislativi e sindacali, possa incidere in qualche modo anche sulle scelte che si fanno all'interno delle redazioni. Redazioni che dovrebbero essere orientate all'informazione, ma che troppo spesso sono spinte da logiche di intrattenimento e sensazionalismo".

Sulla stessa lunghezza d'onda Alberto Spampinato: "Non ci illudiamo di vivere in un paese sicuro. Centinaia di giornalisti subiscono continuamente minacce e intimidazioni: lasciarli soli non è degno di una società civile". "Ci sono ancora persone e colleghi che vi chiedono 'Chi ve lo fa fare?' - sostiene Spampinato - ma sono gli stessi che fanno la raccolta differenziata delle notizie, l'antitesi del vero giornalismo". Il giornalista si rivolge in particolare ai cronisti presenti in sala: Rosaria Capacchione, firma del Mattino minacciata dai Casalesi; Lirio Abbate, giornalista dell'Espresso che ha subito intimidazioni per aver fatto luce sulle collusioni tra criminalità organizzata e potere politico; Arnaldo Capezzuto, ai tempi in cui scriveva per il quotidiano cittadino Napolipiù, oggetto per ben quattro volte di minacce da parte dei clan Giuliano e Mazzarella.

Quest'ultimo è stato il primo caso in Italia in cui un giornalista ha denunciato e vinto la causa contro gli autori della minaccia: Capezzuto dovrebbe avere anche un risarcimento di 10mila euro che, insieme ai 25mila che dovrebbe ricevere l'Ordine dei Giornalisti della Campania, serviranno a finanziare le attività sociali del rione Forcella, dove è stata uccisa Annalisa Durante. Il giovane giornalista napoletano è stato anche insignito, insieme a molti altri, della targa per il Premio Siani, giunto alla sua settima edizione con una giuria presieduta da Marco Risi, regista di "Fortapàsc".