Discriminazione, Ordine giornalisti impugna la Carta di Roma contro L’Unione Sarda

09nov2012
In Sardegna il protocollo deontologico viene utilizzato pubblicamente per dare avvio ad un procedimento disciplinare contro un giornalista e il direttore della testata. Sotto accusa alcuni articoli comparsi sul quotidiano a metà agosto

ROMA - Il caso della "villa con piscina, vasca idromassaggio e aria condizionata tra marmi e cotto" data come alloggio ad alcune famiglie rom a Cagliari, in Sardegna, sollevato dall'Unione Sarda la scorsa estate, finisce sotto la lente della Carta di Roma, diventando così una delle prime volte in cui il protocollo deontologico viene utilizzato pubblicamente per dare avvio ad un procedimento disciplinare contro un giornalista e il direttore della testata. A darne notizia è l'associazione Carta di Roma che spiega: "è una delle prime volte che un Ordine regionale fa pubblicamente riferimento alla Carta di Roma per motivare un'azione disciplinare". Sotto accusa alcuni articoli comparsi sul quotidiano a metà agosto e ora al vaglio dell'Ordine che ha avviato un procedimento disciplinare contro Michele Ruffi, in qualità di autore degli articoli e Roberto Casu, direttore responsabile, "per violazione della Carta di Roma".
A dare impulso al procedimento, la denuncia da parte dell'Associazione sarda contro l'emarginazione dopo la pubblicazione degli articoli in cui veniva raccontata la nuova sistemazione di alcune famiglie rom dopo un trasferimento voluto dal Comune di Cagliari in una discoteca dismessa sul litorale quartese. Una struttura, come si legge in uno degli articoli incriminati, che "consta di piscina, vasca idromassaggio e aria condizionata in ciascuna delle quattro camere da letto. Il primo anno di affitto lo pagherà il Comune".

Un racconto dei fatti che non ha convinto alcuni siti internet che, telecamera alla mano, hanno documentato lo stato di assoluto degrado della struttura, che invece era stata dipinta in più occasioni come una residenza di lusso. "Apprezziamo la decisione dell'Ordine della Sardegna - afferma Valentina Loiero, presidente dell'associazione Carta di Roma - perché questo dimostra che la Carta di Roma è entrata a pieno titolo nella deontologia professionale avvicinandola sempre più all'esempio della Carta di Treviso, che tutela i minori. Ci auguriamo che questo rappresenti un esempio per i giornalisti di altre Regioni dove si continuano a verificare attraverso la stampa violazioni soprattutto nei confronti delle comunità rom e sinti, seppure non sempre così eclatanti come nel dell'Unione sarda. Il rispetto del codice deontologico deve essere un obiettivo principale anche perché sia chiaro che non si tratta di buonismo ma di fare il nostro lavoro di giornalisti fornendo informazioni esatte e non istigando odi immotivati nei confronti di cittadini di origini straniere".