Il 10% dei casi di discriminazione riguarda l'orientamento sessuale, il 30% tramite i media

15ott2013
I dati dell'Unar, illustrati a Milano dalla responsabile strategie Lgbt dell'Unar Agnese Canevari, in apertura del seminario organizzato insieme a Redattore sociale, dal titolo "L'orgoglio e i pregiudizi". Un caso su tre avviene attraverso i media

MILANO - Un caso di discriminazione su dieci registrato nel 2012 riguardava l'orientamento sessuale. È quanto emerge dai dati dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), illustrati questa mattina a Milano dalla responsabile strategie Lgbt dell'Unar Agnese Canevari, in apertura del seminario organizzato insieme a Redattore sociale, dal titolo "L'orgoglio e i pregiudizi". "Un caso su tre in particolare è avvenuto attraverso i mass media -ha sottolineato Angela Canevari- e tra questi il 30 per cento su internet".

Le segnalazioni di discriminazione sono venute soprattutto dai testimoni (43,1 per cento dei casi), dalle vittime (24,3 per cento) o "scovate" dall'Unar (25,7 per cento). Oltre ai mass media, gli altri ambiti in cui più di frequente sono avvenute le discriminazioni sono: vita pubblica (36,8 per cento), scuola e istruzione (7,6 per cento), casa (4,9 per cento) e lavoro (4,2 per cento).

Il seminario di Milano è realizzato nell'ambito del progetto "Lgbt media and communication", finanziato dal Consiglio d'Europa nel quadro della raccomandazione Cm/Rec (2010) sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere e in attuazione delle Strategia nazionale Lgbt 2013 - 2015. Hanno dato il patrocinio al seminario di Milano il Comune, il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, l'Ordine dei giornalisti della Lombardia, la Federazione nazionale stampa italiana, Lgbt project. (dp)