Persone Lgbt, ecco i 10 vizietti dell’informazione italiana

15ott2013
Seminario Unar-Redattore Sociale. I primi cinque vizietti possono essere riassunti con queste parole chiave: coming out, immagini, lesbiche, mamma e comunità gay

MILANO - Sono 10 i vizi dell'informazione italiana quando tratta notizie o storie con persone Lgbt. Almeno secondo Claudio Rossi Marcelli, giornalista di Internazionale e curatore della rubrica "Dear Daddy". Questa mattina al seminario di Milano 'L'orgoglio e i pregiudizi" ne ha illustrati cinque, domani svelerà gli altri al seminario, sempre organizzato da Unar e Redattore sociale, che si terrà a Roma. I primi cinque vizietti possono essere riassunti con queste parole chiave: coming out, immagini, lesbiche, mamma e comunità gay.

Coming out. "In italiano non abbiamo parole equivalenti, tranne che sugli insulti. Ma il problema è che non sappiamo l'inglese e quindi spesso nei giornali coming out viene sostituito con outing. Ha però un altro significato: vuol dire infatti svelare qualcosa di segreto di altri e non di se stessi. Quindi quando su un giornale troviamo il titolo "tizio fa outing", intendiamo dire che fa "autosputtanamento"?

Le immagini. "Se ne fa un uso stereotipato. Si usano quasi sempre foto tratte dai gay pride, alimentando un'immagine folcloristica e ostentata delle persone gay o trans".

Lesbiche. "È una parola cacofonica. E spesso è usata come un insulto. Sulla stampa si usano poi eufemismi che rasentano l'offesa, come la parola lesbo. In altri casi si usa "saffico": sembra più erudito, ma trasmette un'idea più lasciva dell'esistenza. La soluzione che propongo è di usare il termine gay anche per le donne, come si usa negli Stati Uniti".

La mamma. "Molti giornalisti non hanno capito che non sempre coincide con il termine madre. Madre è quella biologica, mamma è quella che si prende cura. E nelle coppie omosessuali celebri che hanno figli i mass media fanno a gara a chiedersi chi fa la madre".  

Comunità gay (o mondo gay). Si è voluto importare dall'America questa terminologia facendole contenere tutto. Ma non esiste in realtà! E poi per pigrizia quando si ha bisogno di un commento, quasi tutti i giornalisti chiamano Grillini, che io stimo moltissimo. Ma è assurdo che sia considerato come l'unico rappresentante di un fantomatico mondo gay. Esistono tante associazioni o persone che possono dare analisi e commenti".