Frontiere (e derive) del giornalismo: emozioni, ma con responsabilità

30nov2015

La conclusione del seminario di Redattore sociale affidata a Valerio Bassan, capo della giovanissima piattaforma Vice news Italia e Luigi Contu, direttore dell'Ansa: un confronto sulla coesistenza tra social network, soggettività, approfondimento e verifica delle fonti. "Torniamo a far pagare l'informazione"

Frontiere (e derive) del giornalismo: emozioni, ma con responsabilità

Come cambia il giornalismo al tempo dei social network, tra la crisi dell'editoria, il proliferare delle fonti e l'emotività che prende sempre più piede a scapito dell'approfondimento delle notizie? Questa la riflessione che ha concluso il ventiduesimo seminario di formazione di Redattore sociale "Frontiere", presso la comunità di Capodarco. Protagonisti del dibattito Valerio Bassan, direttore di Vice News, network che unisce Usa, Spagna e ora anche l'Italia, grazie a una redazione formata da quattro giovani e Luigi Contu, direttore dell'Ansa, intervistati dal direttore di Radio Rai 3 Marino Sinibaldi. Due prospettive a confronto: la prima, quella dell'informazione sempre più in soggettiva, ipertestuale, ipertecnologica, e al passo con la logica dei social, da Twitter a Facebook; la seconda: quella della storica agenzia di informazione italiana, e della sua sfida di seguire il cambiamento, ma senza perdere l'impostazione originaria legata all'oggettività e alla verifica puntuale delle fonti.

Il dibattito è partito da come i media hanno fatto fronte alla narrazione degli attentati terroristici di Parigi. "Subito c'è stato molto rumore di fondo, informazioni confuse, inesatte, caccia all’informazione emozionale, bufale non facili da smentire - ha raccontato Bassan - . Noi abbiamo cercato di fare una cronaca puntuale, dando il contesto di quello che stava succedendo, abbiamo lavorato in 4 coordinandoci con gli Stati Uniti e la Francia, con un liveblog cronologica sul genere di quello del Guardian".

Il racconto di Contu: "E' stata una serata difficile, ero a casa con mio figlio piccolo, e subito mi sono reso conto che stava accadendo l'ennesima tragedia. L'abbiamo affrontata con notizie in tempo reale, nel rumore delle decine di televisioni operative, dei blog, e sentendo la responsabilità di dire cose al cento per cento controllate, provenienti da fonti verificate, dove sai che ci sono porti sicuri, in cui chi fa informazione è prima di tuttoinformato, preparato e pagato. Tutto questo nella fretta dei giornali che ti chiamano chiedendoti le informazioni, perchè si fidanno dell'Ansa. Insomma, è stata una sfida professionale". Inoltre, ha aggiunto Contu, "dietro le grandi crisi si vede a che serve tutto questo: l'Ansa è nata come agenzia per i giornali, con un'impostazione di lavoro dentro le cose, analisi, oggettività: un valore giustissimo che però nel tempo è diventato un totem per tenersi al riparo dai poteri forti".

Bassan ha proseguito poi nella spiegazione del metodo con cui lavora Vice news: "Facciamo video in prima persona, cronaca degli eventi, con un approccio pop: il reporter si immerge nella storia, e trascina dentro i lettori, senza filtri, dice le cose come stanno, tenendo conto del rumore del sovraccarico di informazione che c’è nei social network, e senza abbonamenti ad agenzie". Ad esempio, "negli Usa c'è un redattore che analizza quello che c’è sui social e lo verifica, con l'obiettivo di dare un servizio per il lettore e il cittadino che è sicuro al cento per cento, con la promessa che se non è verificato non viene scritto affatto. Io al cento per cento non mi fido di nessuno, e noi di Vice non usciamo se non siamo sicuri, non ci importa se non arriviamo per primi, siamo attenti alle generalizzazioni perchè sappiamo quanto sono pericolose".

Vice news ha pubblicato nei giorni appena seguenti agli attentati di Parigi una video intervista agli Eagles of death metal, la band che era sul palco del Bataclan: "I musicisti raccontano dal loro punto di vista quello che è successo quella notte dal palco del Bataclan, quasi chiedendo scusa, e l'intervista funziona su più piani, è un buon prodotto, perchè c'è connessione tra i valori nostri e gli argomenti che trattiamo oltre al coinvolgimento in prima persona degli intervistati nei fatti accaduti". Critico il giudizio di Bassan su come si è comportata la stampa italiana sui fatti di Parigi: "Secondo me è stato un fallimento, perchè l'informazione ha fatto leva sull'emotività, rischiando di sfruttarla e fornendo prodotto eticamente discutibili".

Sul giornalismo in soggettiva Contu ha spiegato la sua prospettiva: "Va bene, basta che si sappia che social, app, tecnologia, interazione e emotività servono a rendere il tutto più accattivante, a patto che dietro ci siano indipendenza, responsabilità, professionalità.Attenzione, perché la tecnica - immagini, musica e montaggio -  può essere un grande strumento di mistificazione. Questo è un affascinante modo di raccontare alcune cose, ma non può essere il solo". "In realtà - ha ammesso il direttore - l'Ansa è Twitter con i suoi 140 caratteri e il suo linguaggio veloce, ma noi non ce ne siamo resi conto". In ogni caso, "il nostro obiettivo è spiegare quello che succede e in diretta è molto difficile: quando la polizia belga ha detto di non scrivere e di non twittare, noi ci siamo fermati, perchè lì c'era di mezzo la vita delle persone, e un giornalista di agenzia ha una responsabilità gigantesca nel suo dna, ma è questo senso di responsabilità che mi fa andare al lavoro più sereno di tutti gli altri".

Più specificamente, "oggi sono i lettori i responsabili, ma attenzione a chi è il pubblico: chi non va alle mostre, non legge e non si informa, si prende quello che gli arriva e oggi il livello di approfondimento è minimo, perchè basta leggere cinque righe su Facebook, ma se non hai il tempo per dedicarti all'informazione, che è il cibo che nutre la democrazione, non sei niente. La grande narrazione va bene, ma c'è anche bisogno di qualcuno che spieghi cosa è il pil, cosa è l'inflazione".

In questo contesto, si apre la strada alle bufale del web: le storie false, le foto false pubblicate dal Corriere della sera, i mostri di Internet, le rettifiche che non vengono mai fatte. Ha precisato Bassan: "L'emozione dipende anche da coma la usi: cavalcare l'onda per fare traffico, per fare più clic non va bene e poi c'è il discorso che il lettore non paga più e invece bisognerebbe far tornare le persone a spendere per l'informazione. Sta ai direttori non andare a cercare la chiave morbosa; bisogna suscitare l'interesse, ma mantenere l'etica al primo posto".  

Conclusione affidata al presidente della Comunità di Capodarco don Vinicio Albanesi:"Agnelli ha messo i soldi sulla Stampa, sul Corriere della sera e sulla Repubblica e noi qui parliamo di candele in chiesa, lumini. Twitter, app, Facebook, inchieste che dicono sempre le stesse cose: ma di cosa stiamo parlando? I tempi sono in salita, oggi ci sono le aziende editoriali in crisi, ma chi stava in crisi prima oggi sta ancora peggio, ci vuole tigna e con quella andiamo avanti, perchè la tigna è una virtù". (ab)

Guarda il video dell'incontro tra Luigi Contu e Valerio Bassan condotto da Marino Sinibaldi