XXIII Redattore Sociale 2-4 dicembre 2016

Civiltà sottile

Il racconto dei progressi e delle cadute nel cammino della convivenza

 

IL VENIR MENO DI ALCUNE DELLE SESSIONI PRINCIPALI E LE CRESCENTI DIFFICOLTA' ORGANIZZATIVE LEGATE AL SISMA HANNO INDOTTO REDATTORE SOCIALE AD ANNULLARE IL SEMINARIO

 

Ci piace molto celebrare i traguardi di civilizzazione raggiunti in Europa, affermare che la crescita è stata straordinaria: basta il raffronto tra la nostra attuale sensibilità ai diritti della persona, la nostra capacità di gestire i conflitti, con quelle di pochi decenni fa.

Poi però la cronaca rivela che in quella stessa Europa si moltiplicano episodi di una violenza insolita e selvaggia, e sembrano emergere fenomeni di chiusura e intolleranza mai visti prima. Allora ci troviamo costretti a riflettere sulla solidità di quei traguardi. A riconoscere che quando la storia fa due passi avanti, può farne uno – o anche due – indietro. E che quella civiltà ha uno strato sottile, non è affatto scontata.

Quali sono i segnali di queste improvvise regressioni? Chi deve riconoscerli e portarli alla pubblica attenzione? Questa edizione di Redattore sociale propone l’idea che sia un compito anche del giornalismo.

La convivenza sociale si fonda su alcuni pilastri estremamente concreti, come la riduzione delle disuguaglianze economiche, la qualità dell’integrazione tra le culture, la disposizione alla solidarietà, una dinamica naturale nei rapporti tra generazioni... La tenuta di questi e altri pilastri va “monitorata” anche nel breve termine, campo che l’informazione può presidiare: si possono così scoprire per tempo gli scricchiolii, percepire le involuzioni, lanciare allarmi motivati (cosa ben diversa dal dilagante denuncismo), aiutare a prevenire i crolli.

È una sfida difficile, ma il giornalista moderno dovrebbe accettarla, evitando di farsi rinchiudere nella suggestiva e consolatoria definizione di “storico dell’istante”. La cronaca non basta più.

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