Dall’aviaria agli sbarchi: quando la paura impazzisce

29nov2010
Gli autori del volume "10 in paura" e l’attore Giuseppe Cederna al seminario di Capodarco. Magnani: “La categoria della paura è ingombrante nei campi rom”. Cederna: "Guardare il dolore è quasi osceno"

CAPODARCO -  Gli sbarchi a Lampedusa, i rom che rubano soldi e bambini, l'allarme antrace e l'influenza aviaria, i lavavetri, le ronde padane, le ordinanze contro gli accattoni, il surriscaldamento del pianeta: un lungo elenco di titoli di cronaca, o meglio di paure "confezionate", lette dall'attore Giuseppe Cederna, ha aperto la seconda parte dei lavori del 17° seminario per giornalisti a Capodarco. Una riflessione su come un "sentimento nobile, la paura, quella sana, che ci rende consapevoli dei nostri limiti, ogni tanto impazzisce", ha sottolineato Maria Nadotti giornalista e scrittrice, che ha curato il libro "10 in paura" (Epochè editore), dieci racconti di autori italiani diversi per età, provenienza geografica, formazione, mestiere e storia personale, spiega. "Agli autori abbiamo chiesto di aiutarci a capire in che modo un'emozione arcaica come la paura abbia ripreso possesso delle nostre esistenze e si sia trasformata, perché scambiamo la paura vera, l'unica, quella per la morte, con altre che noi chiamiamo di depistaggio".

Tra gli autori Milani Magnani: "Ho accettato questa proposta perché venivo da un periodo di ricerca nei campi rom e la categoria della paura era molto ingombrante in tutti i passi che ho mosso dentro i campi. Non era oggettiva rispetto a qualcosa che stava succedendo, ma scendeva come un avatar in situazioni coerenti e portava le persone a fare scelte irrazionali" Come ad esempio un banchetto di cittadini per lo sgombero dei rom in un campo dove l'inserimento lavorativo e scolastico era reale. "Sono andata a chiedere il perché del banchetto - sottolinea la Magnani - e se fosse successo qualcosa, mi hanno risposto: perché dobbiamo aspettare che succeda?". E cita il caso Reggiani: "La comunicazione che trovava spazio era quella di chi diceva che era pericoloso passare vicino ai campi, ma la mia lettura dei fatti era diversa: una donna rom ha soccorso la Reggiani e ha indicatto e denunciare il suo assassino. Meritava di essere celebrata, ma non ha trovato spazio su un certo tipo di stampa".

Giuseppe Cederna ha raccontato il viaggio in Somalia e in Sudan nel 1993, una proposta arrivata da Amref dopo l'Oscar per il miglior film straniero assegnato nel 1991 a Mediterraneo di Gabriele Salvatores. Viaggio da cui è nato lo spettacolo teatrale "La Febbre", grazie al quale, ha raccontato Cederna, è riuscito a raccogliere 450 milioni di vecchie lire a favore dell'organizzazione. "Io dovevo solo guardare il dolore - ha raccontato - e questo è quasi osceno, perché se sei un medico puoi intervenire, ma se sei solo un occhio...". E La paura di Cederna, una volta in Italia, "era di non saper raccontare quello che avevo visto". Da qui l'idea dello spettacolo voluto con forza e passione. Della paura di ciò che invece si conosce ha parlato Caterina Serra, autrice di una indagine da cui è nato un libro sulla sensibilità chimica multipla.

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