Le origini e il viaggio, "l’Europa non utilizzi il terrorismo come scusa per alzare muri"

28nov2015

“L’Afghanistan è un Paese che da anni è vittima del terrorismo. Tra i profughi ci possono essere degli infiltrati. Ma la maggioranza di chi fugge, lo fa perché è vittima di violenza”. Sayed Abbas Kazimi è vicedirettore di Tolonews.com, edizione online del più importante canale all news in Afghanistan. E' intervenuto al seminario “Frontiere”

Le origini e il viaggio, "l’Europa non utilizzi il terrorismo come scusa per alzare muri"

“Collegare terrorismo e immigrazione è sbagliato. L’Afghanistan è un Paese che da anni è vittima del terrorismo ed è la gente comune a pagare il prezzo più alto. L’Europa non può utilizzare il terrorismo come scusa per alzare muri. Tra i profughi ci possono essere degli infiltrati. Ma la maggioranza di chi fugge, lo fa perché è vittima di terrorismo e violenza”. Sayed Abbas Kazimi è giornalista e vicedirettore di Tolonews.com, edizione online del più importante e seguito canale all news in Afghanistan. Questa mattina è intervenuto al seminario “Frontiere” organizzato da Redattore sociale durante il workshop “Le origini e il viaggio: Aiutiamoli a casa loro”.

Gli attentati di Parigi hanno segnato anche la gestione dei flussi migratori e dei richiedenti asilo. Aggiungendo una nuova ragione di “allarme”. Se fino a poche settimane fa la paura era legata ai numeri, “ora è legata al fatto che tra i flussi di profughi e richiedenti asilo possano esserci dei potenziali terroristi”, sottolinea Valerio Cataldi, giornalista del Tg2. 

Per François Dumond, direttore della comunicazione di Medici senza Frontiere Italia, non si tratta di una novità: “Nel 2001, dopo gli attentati dell’11 settembre in Belgio era già stato sollevato il rischio che tra i rifugiati afghani ci fossero dei combattenti”, spiega. Per contrastare questa deriva, Msf Belgio aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione su questo tema. “Il rischio che ci siano terroristi che utilizzano i flussi di rifugiati per raggiungere l’Europa non deve essere una scusa per gli Stati Europei per non accogliere e non fornire protezione - aggiunge Dumont -. Queste persone fuggono esattamente dalla stessa violenza indiscriminata che ha colpito la città di Parigi”.

Occorre poi  capire e raccontare quali sono le ragioni che spingono ogni anno centinaia di migliaia di persone a lasciare la propria casa. Si fugge dall’Afghanistan, dallo Yemen, dalla Siria, dal Sudan e dall’Eritrea “ma non se ne parla abbastanza - sottolinea Dumond -. Soprattutto non si fa abbastanza per informare le persone sulle ragioni che spingono le persone a fuggire”.

I profughi afghani rappresentano la terza nazionalità tra i richiedenti asilo giunti quest’anno in Europa. “Il Governo non è in grado di controllare il Paese e garantire la sicurezza ai civili - spiega Sayed Abbas Kazimi -. Ci sono stati episodi gravissimi, tra cui il rapimento e la decapitazione di sette persone di etnia hazara, fra cui tre donne. Ci sono sequestri e torture”. Quattordici anni dopo l’invasione americana e la caduta del regime dei talebani (e dopo avere investito nel Paese miliardi di dollari) l’Afghanistan è ancora un Paese da cui si continua a fuggire. Ad aggravare la situazione, la presente presenza di Isis

Eppure, non tutti gli afghani in Europa hanno diritto all’asilo: “Molti Paesi, tra cui Norvegia e Germania, hanno deciso di rimpatriare gli afghani. Perché vengono considerati migranti economici e non richiedenti asilo”, conclude Kazami.

Guarda il video sul workshop "Le origini e il viaggio: Aiutiamoli a casa loro"